Colloqui moderni

Oggi mi è capitato di assistere per motivi logistici (la sala riunioni di solito deputata a questo era occupata) a un colloquio di lavoro. Nel mio ufficio stiamo cercando delle nuove persone in redazione e in queste settimane di colloqui ne stanno facendo parecchi.
La ragazza in questione era giovane, ma non troppo, 26 anni e aveva già una piccola esperienza nel campo, era disponibile da subito, non aveva grandi aspettative per cui era quasi perfetta per la figura che stavano cercando. A me non faceva impazzire perché avevo la sensazione che non fosse abituata a prendere sul serio il lavoro, ma poco male, tutto sommato ci si responsabilizza cammin facendo. Non mi piaceva nemmeno il fatto che si sarebbe accontentata di qualunque cifra e contratto le avessero proposto ma questo era, al contrario, un punto a favore dal punto di vista dell’azienda. Però mi faceva simpatia e in ogni caso non ero io che dovevo selezionarla. Mi sembrava che stesse andando bene e le selezionatrici le avrebbero sicuramente proposto di fare un periodo di prova quand’ecco, un attimo prima del congedarsi, le squilla il cellulare. Poco male, capita di dimenticarlo acceso. Lei con molta naturalezza spiega: “No, perché mi ha accompagnato il mio ragazzo e mi sta aspettando giù”. Mi cade il primo braccio. Se proprio ti fai accompagnare dal fidanzato…  non lo dire! Come se fosse la cosa più naturale del mondo che a 26 anni hai bisogno della balia. E poi che fa? E qui mi cade il secondo braccio. Risponde! è a un colloquio di lavoro e lei risponde al fidanzato che la sta aspettando giù. “Marco, sì ho finito, sto scendendo”. Mi casca anche il terzo braccio. Non ho più braccia per questa ragazza, né simpatia, né comprensione. Solo sconforto e rabbia. Ma dove vivi? ma su qualsiasi sito in rete li trovi i consigli per affrontare un colloquio di lavoro se proprio il buon senso non ti basta. Inutile dire che, uscita di scena la ragazza, il suo curriculum  è stato cestinato.
Ho poi scoperto parlando con le mie colleghe che era pure arrivata 15 minuti di ritardo all’appuntamento senza avvertire. Forse si stava sbaciucchiando in macchina col fidanzato.
E, cosa ancor più terribile, ho saputo che ben due ragazze nelle scorse settimana si sono presentate col fidanzato. Questa almeno lo aveva lasciato giù. Le altre due sono salite in ufficio col ganzo e uno di questi ha pure voluto assistere al colloquio della fidanzata.
Ma in che mondo vivete, ragazze??? e poi mi rispondo da sola: in questo. Nel nostro mondo, nella nostra società. Dove la maleducazione è di prassi (i cellulari si spengono almeno al cinema, in chiesa, in classe e durante un colloquio di lavoro) e gli uomini non perdono occasione per ribadire il loro dominio sulle” loro” donne. Che li lasciano fare.

Io quella ragazza avrei voluto prenderla a schiaffi. Le avrei voluto dire ma sei scema? e ancora non lo molli un’idiota simile che ti chiama mentre sei a un colloquio? Aveva paura che ti mangiassimo? sentiva la tua mancanza dopo venti minuti che vi eravate salutati?
Donne, ragazze, amiche… come abbiamo fatto a ridurci così? Il medioevo è tornato, il medioevo femminile.
Riprendiamoci il nostro diritto all’autodeterminazione.
Se non ora quando?

9 responses to this post.

  1. aLOHA,

    che dire magari voi donne VI Riprendeste il vostro diritto all’autodeterminazione e noi “maschietti” alla nostra determinazione. Perché l’altro lato o faccia di quello che vuoi te e un 30enne che porta un curriculum accompagnato dalla mamma e poi la mamma chiede spiegazioni in seguito per telefono perché il figlio non è stato preso in considerazione. Cosa voglio dire che oggi non abbiamo la responsabilità delle ns. azioni siamo abituati a vivere in un’ampolla con tutto che ci protegge. E la cosa essenziale non abbiamo “testimoni” anzi ne abbiamo e ci portano tutti a quello che oggi siamo. Io la vedo così

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  2. O mio dio! Mi sa che non te l’ho detto (quando avrei potuto farlo?), ma c’ero anch’io quando è stata “esaminata” una ragazza accompagnata dal fidanzato. Devo ammettere che è stato un colloquio strano: nella stanza c’eravamo io, la responsabile e un collega dal vocione cavernoso; al fianco della responsabile sedeva la candidata e di fronte a lei il suo ragazzo. Questo per me sarebbe bastato per cancellarla, ma la realtà ha superato la fantasia: a una domanda dell’esaminatrice, la candidata ha risposto:”Sì sono socievole, lo può chiedere anche a lui che può confermare!” ASSURDO!! Ho sbarrato gli occhi non sapendo come trattenere una sonora risata. Ma il bello è arrivato qualche settimana dopo quando alla suddetta responsabile è arrivata un e-mail in cui la suddetta candidata si diceva contenta del colloquio, soddisfatta dell’approccio, certa che il periodo di formazione sarebbe stato breve perché “ci si rende conto subito di che pasta sono fatte le persone” (!!!!) e che sarebbe stata pronta a cominciare il prossimo lunedì. Proposta prontamente cestinata e candidata del tutto depennata dalla lista delle papabili. Sono d’accordo con te: o siamo tutte rincoglionite o anche il colloquio di lavoro è considerato una sorta di provino per il reality, in cui magari ciascuno porta con sé il suo pubblico per essere sostenuto. Peccato che in questo contesto, inevitabilmente, è lo stesso sostenitore che fa cadere la candidata. Roba da matti.

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    • Esatto! queste pensano di fare un provino per il grande fratello o per l’isola dei famosi…
      E poi c’è l’altra faccia della medaglia: le mamme virago e i maschi-cocchi-di-mamma.
      Aiuto!

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  3. Posted by Marilena on 24 febbraio 2011 at 07:58

    Non so che dirvi… mi mancava questo pezzetto di realtà! Questa scena starebbe benissimo in un film di Checco Zalone, che dite, gli facciamo una proposta? Nemmeno un bravo sceneggiatore riuscirebbe a pensarla… è vero quando si dice che la realtà supera l’immaginazione! ma non so se dipende dal fatto ch abbiamo perso l’autodeterminazione, credo che qui si possa parlare di “rincretinimento” e poi penso che chi va ai provini per Grande Fratello o Veline vada da sola, anche solo per far capire che si è “disponibili”.
    Assurdo!!!
    Stiamo andando alla deriva e non ce ne accorgiamo, abbiamo le fette di salame sugli occhi (penso che abbiamo del tutto perso la vista)! Sarà il berlusconismo (come piace a molti dire), sarà la televisione, ma siamo davvero stanchi!

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  4. Posted by cinzia on 26 febbraio 2011 at 15:19

    stanchi e tristi.
    A me capitava sempre quando mi occupavo di Servizio Civile: non solo ventenni accompagnati da genitori, ma genitori che compilavano e addirittura firmavano le domande (che andavano al Ministero) al posto dei figli, o telefonavano per chiedere informazioni al posto dei figli o per protestare perché non solo li avevano accompagnati e sostenuti ma noi ci eravamo permessi di non ritenere idonei i loro piccoli geni!
    Se consideri che questi idioti dovevano occuparsi di bambini, giovani e anziani malati e disabili… a me e a Roberta cadevano le braccia. Poi la soddisfazione di dire al telefono a queste mamme che se li lasciavano crescere forse qualche concorso lo passavano, ce la prendevamo sempre… a turno 🙂

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    • e so soddisfazioni. che dire? speriamo nella prossima generazione? ma a vedere certi piccoli mostri c’è poco da sperare..

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      • Posted by cinzia on 3 marzo 2011 at 18:02

        Sì, è vero. Sai quando l’omucolo ha detto che la scuola pubblica (ovviamente, pubblica) non inculca i valori della famiglia? Ecco, se non mi facesse tanto schifo anche solo il pensiero di averlo come interlocutore gli direi che è la famiglia che non inculca il senso della scuola nei ragazzini. Davvero è uno schifo: non i piccoli (a te sono più grandi, ma credo sia la stessa cosa – forse è un po’ più grande il senso di impotenza che provi tu, perché io mi lascio un margine di speranza, mi dico “cresceranno”) ma i loro genitori (quando ci sono): delle bestie. Culturalmente e socialmente e intellettualmente NON PERVENUTI. Vastasi che possono solo dare l’esempio ai propri figli che – giustamente – sono vastasi (nel linguaggio scolastico si usa dire “insolenti”, ma il significato vero è “vastasi”).

  5. Posted by aelle on 1 luglio 2013 at 15:03

    chi si presenta ad un colloquio accompagnato oltre a fare una pessima figura dimostra anche di essere idiota!

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